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49. Una casa che inizia per M.

Non vado a rubarti un fiore. Non ti scriverò una canzone.Ne ho scritte per chiunque, anche per la pioggia, per dei posti in cui non sono mai stato. Con te voglio fare colazione appena svegli, cappuccino e occhiaie, i tuo capelli in bocca, perdere l'ultima corsa della metro e sbagliare parola nei cruciverba. La sognavo spesso una storia come la nostra. In particolare, davanti il mio liceo ad un chilometro da casa. La mattina arrivavo presto, senza sigarette ma ero sempre io, con i miei fogli, i miei libri, le mie prime canzoni di amori irreali, lo sguardo oltre le colline, la poesia delle domande consuete.Le ore passate al computer, giocare con la chitarra, e tutti i treni che passavano ed io non riuscivo a salirci, sempre a guardare dalla riva il mare, sempre il silenzio e gli occhi chiusi nelle foto.Che cosa ci avrai visto in me? Credevo di aver visto tutto, vissuto tutto. Non avevo più voglia di riprovare perchè ero convinto che sarebbe stato un ri-provare, un ri-fare. Ne ero convinto. Ma poi successe tutto in un giorno in cui non successe nulla. Un bar e due biscotti alla cannella.E quel giorno scoppiarono anche dei fuochi d'artificio in lontananza, non si sentivano gli scoppi, si vedevano solo i colori che dipingevano il cielo.E poi mano nella mano correre sul mare, sbattendo sugli scogli dei timori, rompendo gli argini che ci eravamo costrutii, scivolando uno sull'altro, uno nella tenerezza dell'altro, uno nel buio dell'altro. Tu dammi quel che vuoi, io ti darò quel che posso. E le labbra che improvvisamente diventano un sorriso e i sogni che diventano autostrade. Che In fondo le cose veramente importanti al mondo sono due:

-Gli sguardi
-Quello che si può dire con gli sguardi

A te, voglio dedicare tutte le cose in cui ho fallito, gli ostacoli dove sono caduto. La mia incapacità di chiamare i giorni per nome e chiamarli sempre "Domani", le mie giornate tristi e i miei silenzi. Sei casa.

Dattero è felice, evviva Dattero.